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25 dicembre 2011

Natività: il dono di Gesù

E' una riflessione natalizia che avevo elaborato quattro anni fa, nel Natale 2007, con tutta la mia semplicità di dodicenne...Ve la riporto fedelmente e ve la lascio come sincero augurio di BUONE FESTE!!!!


Il Natale è una festa cristiana che cade sempre il 25 dicembre. La festa indica un evento importantissimo: la nascita del Salvatore dell'Umanità!! Questo è un evento storico fondamentale: il Figlio dell'Uomo si fa carne ed ha abitato tra noi per insegnarci la retta via attraverso parabole, atti di solidarietà, fraternità... Gesù era un uomo perfetto, giusto e molto particolare! Noi cristiani, se siamo fedeli alla nostra fede, non vediamo nel Natale solo la scena della nascità di Cristo, ma tutti noi, vedendo il presepe dobbiamo provare un sentimento di solidarietà e di sensibilità nei confronti dei poveri e dei disgraziati.
Natale. La parola stessa mi dice che sotto questa festa c'è qualcosa che profuma di altruismo, di solidarietà...
Il Natale è una festa che annuncia il lieto evento della nascita di Gesù, venuto al mondo per tutti, anche per i più poveri e umili. Egli stesso è nato umilmente, dal grembo di Maria, una cara ragazza.
E poi è anche morto per noi, ha salvato l'umanità ed è asceso al cielo, ma non ci ha abbandonati. E' stato, è e sarà sempre con noi, anche quando nella vita incontreremo momenti tristi e bui. Io sono convinta che Dio in quei momenti ci porta in braccio.
Egli sa che in quei momenti soffriamo, ma secondo me un uomo, nei momenti più difficili della sua vita, sente Dio vicino se confida in Lui. Solo  se si è capaci di accogliere Dio, si diventa felici. Il Vangelo infatti dice:" A quanti lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio."
Infine direi che il Natale è una festa in cui è apparsa la grazia di Dio. Gesù stesso si è incarnato per farsi simile a noi e per insegnarci questa grazia particolare.
Io ho sempre pensato che la grazia di Dio fosse l'amore. La sua grazia è segno di: amore, prosperità, speranza, misericordia, pace, bontà, mitezza, felicità, gioia, benevolenza...
Questi segni sono entrati nella storia del mondo e sono anche entrati nel cuore di persone che vogliono vivere in modo significativo, che vogliono una vita piena di speranza!!! LA STORIA DEL MONDO HA BISOGNO DI SIGNIFICATO!!!! IMPEGNAMOCI TUTTI!!!!!!


24 dicembre 2011

Vigilia


Un manto di morbida neve
accarezza
le montagne,
avvolte nel buio della notte.

Il canto di solenni campane
accompagna
il fruscìo
di una gelida brezza.

Piccole luci in cielo
festeggiano la venuta del Santo Bimbo.

14 dicembre 2011

Vivi e contempla

                      Apri gli occhi
 e ammira
la dolce aurora
che illumina
la vita.

Apri gli occhi
e contempla
la meraviglia delle stelle.

Apri gli occhi
e accogli
il sorriso di coloro che ti amano.

Apri gli occhi
e vivi
con intensità
ogni attimo.

4 dicembre 2011

Candore


 Candide pianure
riposano
nell'abbraccio dell'amico inverno.

un dolce vento
accarezza
spogli rami tremanti.

La flebile luce del tramonto
abbraccia
un sereno orizzonte.

28 novembre 2011

Fahrenheit 451: la freddezza di un mondo senza libri... e senza sentimenti!!

Qualche tempo fa, ho letto questo famosissimo capolavoro, scritto negli anni '50 che ha ravvivato in me l'orgoglio di essere un' appassionata studentessa entusiasta nel riflettere sui concetti studiati e sulla vita.
  Devo però ammettere che lo splendido "Fahrenheit 451" è un libro pessimista nei confronti del futuro. Descrive una società desolante, condizionata da una televisione che maschera le notizie e che fa vivere alle persone una realtà senza valori.
Ma la cosa più sconvolgente era l'odio per i libri, considerati illegali!!
 I pompieri non spengono gli incendi, ma li appiccano, incendiando i libri che trovano nelle case.



Il protagonista è Guy Montag, un milite del fuoco, denominato appunto 451. Una sera, mentre torna a casa dal lavoro incontra Clarisse, una ragazza che vive vicino casa sua, incredibilmente riflessiva e molto diversa dalle altre persone che Montag conosce.
Mi colpisce molto quando la ragazza dice a Montag che di mattina c'è la rugiada e che c'è un volto umano sulla luna.
Guy Montag rimane colpito dalle frasi profonde e particolari di Clarisse e da quella notte comincia ad riconoscere di non essere felice, ovvero di aver sempre eseguito il suo (insensato) lavoro senza chiedersi se fosse giusto. Da allora comincia a infrangere le regole della sua società. Un altro punto in cui il libro è davvero molto efficace: Clarisse riferisce a Montag che un tempo i pompieri spegnevano gli incendi, affermazione che Montag  trova incredibile e assurda: la società in cui vive presta attenzione solo al presente e non considera nè il passato, utile da conoscere e da ricordare per non ripetere gli stessi errori nel corso della storia, nè il futuro, importante invece per le nuove generazioni. E' una società egoista.
Purtroppo, Montag ha una moglie superficiale e fredda, che preferisce la televisione al marito, al punto da non ricordare nemmeno dove lo avesse conosciuto. Sua moglie Mildred riempie la sua interiorità con il vuoto completo, invitando altre signore a seguire i programmi televisivi.
In quell'occasione Montag legge alle tre donne una poesia romantica, che le sconvolge e le fa piangere. Il sentimento dell'amore era sconosciuto alle signore, che avevano sempre vissuto nell'incoscienza, soprattutto morale.
Non capisco che senso abbia invitare i propri amici per rimanere incollati TUTTO IL TEMPO alla televisione, senza mai parlarsi,oppure senza mai rimanere semplicemente in un' atmosfera silenziosa tenendosi la mano, dal momento che dialogare significa anche ascoltare i silenzi dell'altro.
 (E chi considera valori l'affetto di una madre per il figlio, la voglia di vivere e la capacità di ascoltare, credo che mi capisca perfettamente). La vita delle persone di quella società è così priva di senso!!
 Dice Faber a Montag, un latitante perchè custodiva segretamente molti libri:
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 “Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole solo facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive.
Viviamo in un tempo in cui i fiori tentano di vivere sui fiori, invece di nutrirsi di buona pioggia.”
“...Non c’è nulla di magico nei libri; la magia sta solo in ciò che essi dicono. Nel modo in cui essi hanno cucito le pezze dell’Universo per mettere insieme così un mantello di cui rivestirci.” 

17 novembre 2011

Mansuetudine

MANSUETUDINE
(Alla Beata Chiara Luce Badano)

Il tuo ricordo
dolce e struggente
pervade il mio animo.

Il tuo gioioso sorriso
era un arcobaleno
nell'oscurità del cielo,
la bontà
che vince
il male del mondo.

La mitezza dei tuoi occhi
ricordava
la sincerità
di un fraterno abbraccio.

In un luminoso sole,
in una lontana stella,
in una piccola goccia di pioggia
scorgo
il tuo viso sereno
che illumina la mia vita.

Se tu fossi ancora qui,
ti stringerei la mano
per rivivere con te
attimi di dolcezza.


In memoria del 25 settembre 2010, quando è stata beatificata...

5 novembre 2011

"Il ragazzino con la sensibilità in tasca"

Un significativo romanzo in cui è evidente l'efficacia dello stile Buzzatiano:"IL SEGRETO DEL BOSCO VECCHIO"

E' uno dei libri più particolari e che io abbia mai letto!

Il romanzo evidenzia e descrive molto i comportamenti e le azioni di Sebastiano Procolo, un colonnello in pensione, nipote di Morro, defunto proprietario di una vastissima tenuta. 
Morro aveva lasciato in eredità a Procolo il Bosco Vecchio e al pronipote dodicenne Benvenuto una parte assai più vasta.
Sebastiano aveva l'intenzione di abbattere il bosco per fini speculativi. Inoltre, poichè era convinto che fosse ingiusto possedere solo una piccola parte della tenuta, arriva a progettare di uccidere Benvenuto.

E' interessante notare che nel romanzo molti animali e molte entità naturali sono personificati dall'autore; tra questi la gazza, i geni custodi degli alberi il Vento Evaristo e il Vento Matteo, complice del colonnello.
Nella storia sono presenti due tematiche molto rilevanti nella vita di ogni persona: la prima è il passaggio dall'infanzia all'età adulta, che riguarda Benvenuto. Crescendo, il ragazzino dovrà conoscere il dolore dell'esistenza, che non gli permetterà più di ascoltare ammirato il canto del vento, il fruscìo delle foglie e l'acqua del fiume che scorre.
La seconda tematica è molto toccante: si tratta del riscatto morale di Sebastiano Procolo che, succube della sua ruvidità e cupidigia, verso la fine della storia comincia a provare affetto per il nipote, fino a sacrificare la vita. E' qui rivelato un insegnamento fondamentale, che sostiene la storia della nostra umanità: la solidarietà e l'amore sono indispensabili per vivere bene con gli altri e per provare ad entrare in contatto con se stessi.

Nella storia, uno dei personaggi che davvero spicca per la sua sensibilità è Benvenuto che, orfano, esile, malaticcio e non amato coltivava dentro di se' un' ammirazione profonda per la natura e, incredibile a pensarsi, anche per lo zio colonnello, nonostante tra loro vi fosse un rapporto molto freddo.

"La voce del vento si affievolì nel nulla. Senza dubbio egli continuò a salutare il ragazzo, rivolgendogli espressioni affettuose. Ma oramai era troppo in alto per poter essere udito. Benvenuto avrebbe voluto gridargli qualche parola, ma non riusciva a parlare, una cosa gli chiudeva la gola. Agitò allora il cappello, mentre si levava il sole, fino a che fu completo silenzio."

14 ottobre 2011

Pace

Nel sonno profondo
ho trascorso
tutta la notte
accanto
a una piccola orfana:
  le sue pallide labbra
tremavano di dolore
e i suoi occhi lucidi
erano rivolti alle stelle.
Con la sua piccola manina nella mia,
ho cantato
inni di pace.

8 ottobre 2011

Pianto d'autunno


Una pioggia
di foglie colorate
accarezza
il mio corpo inerme.

Una tenera brezza
sfiora
le mie docili palpebre
e penetra
nei miei occhi piangenti
spalancati
nell'immensità
di un cielo limpido
che abbraccia
la bontà
di anime perdute
e lontane.

30 settembre 2011

Una sana riflessione da neo-sedicenne: Vivere per vagabondare o sperare in me stessa?

"La vita, senza una meta, è vagabondaggio"...

Questa affermazione può significare che la vita di un essere umano è preziosa e non va sprecata. Se una persona non si pone delle mete e degli obiettivi da raggiungere sfruttando i propri talenti, è come se vagabondasse da un'esperienza all'altra senza provare interesse per le opportunità che ha.
Il vagabondaggio è vivere come capita, magari sperando soltanto di ricevere qualcosa dagli altri o che siano gli altri a risolvere i nostri problemi. Credo che la vita sia poco significativa se non si prova interesse per ciò che si sta vivendo.
Ritengo sia utile porsi degli scopi di vita alti dal momento che l'autostima aiuta ad arrivare alle mete che desideriamo.
L'istruzione, le persone che ci circondano, i fatti del mondo sono tutti fattori che influenzano i nostri interessi.


Io continuo a credere sempre di più nell'importanza del futuro:vorrei essere una donna che aiuterà il mondo a migliorare, una persona che si pone continuamente traguardi e che non cercherà mai di perdere tenacia e costanza nel raggiungerli.
La vita non è sempre così appassionante ma penso che impegnarsi ad affrontarla con grinta sia un buon inizio.

22 settembre 2011

Autunno

La vividezza di foglie colorate,
il chiarore di un tiepido sole,
la purezza di un cielo senza confini...
è l'autunno 
che canta il suo inno alla vita!!

5 settembre 2011

L'autenticità dell'essere e l'utilità del fermarsi a pensare...

Penso che la nostra vita sia un dono inestimabile che, attraverso gioie e travagli, dovrebbe spingerci a cercare continuamente il nostro essere.


Quello che siamo, infatti, non riguarda soltanto l'aspetto fisico, bensì l' interiorità. L'interiorità di ognuno è estremamente complessa, perchè costituita sia da buoni sentimenti e da ottimi pregi, sia da difetti e da incoerenze. 
Questo mi ricorda un pensiero di Anna Frank, quando scriveva che a volte prevaleva in lei "L'Anna cattiva"
Anch'io  non sempre riesco a dare la migliore immagine di me e so bene che a volte, nella mia quotidianità, l' Anna nervosa e irritabile prevale su un'Anna gentile e soddisfatta.
Il confronto reciproco è un'ottima risorsa, che deve essere sfruttata al fine di analizzare seriamente il nostro comportamento, che in ogni persona esprime molto meglio delle parole e delle idee il nostro essere.
E' fondamentale coltivare degli ideali che possano permettere, soprattutto a noi giovani, di realizzarci pienamente.
Se vogliamo diventare persone realizzate e significative, dobbiamo essere determinati nel far crescere dentro di noi ideali che permettono la nostra crescita personale.
Dovremmo anche cercare di ammirare e di seguire ideali e comportamenti di persone magnifiche che si impegnano e che si sono impegnate ad essere persone autentiche, ovvero ad essere validi punti di riferimento per gli altri con la loro straordinaria maturità.
Ha ragione Erich Fromm quando, nel suo "Avere o Essere" parla di un tipo di autorità (che io definirei autorevolezza) fondata sull' essenza di un carattere altamente razionale e maturo, che, essendo guida per coloro che lo seguono, attribuisce molta importanza alla crescita reciproca. Lo psicanalista aggiunge inoltre che, le persone che esercitano questo tipo di autorità dimostrano con ciò che sono quello che l'umanità potrebbe essere.
 Se non esistessero la malvagità e altre piaghe sociali che influenzano negativamente la storia del nostro mondo, chiunque sarebbe autentico, chiunque si fermerebbe spesso a pensare, chiunque considererebbe il verbo pensare come un ottimo stimolo per sviluppare il senso critico e la conoscenza.
Nel suo stimolante saggio sui tipi di società, Erich Fromm sostiene che la conoscenza permette di giungere alle cause e di andare verso la verità in modo critico, grazie all'elaborazione mentale.
Noi siamo essere umani alla continua ricerca di noi stessi...e abbiamo bisogno degli altri per costruire la storia dell'umanità..una storia che dovrebbe essere fondata sul rispetto reciproco.

24 agosto 2011

Solitudine

Nel silenzio della notte,
le lacrime
dei bambini oppressi
accarezzano
l'arida polvere  
di una strada deserta.


I loro occhi lucidi
contemplano
quell'universo misterioso
in cui le madri,
come angeli perduti,
cantano
soavi melodie
che i loro piccoli non possono udire.





Addio

Nell'immensità delle nubi,
l'inquieto volo degli uccelli 
verso l'ignoto.

Il canto
di fragorose onde
come triste addio...

19 agosto 2011

Se fossi...

Se fossi una nuvola,
viaggerei leggera
per le vie del cielo.

Se fossi il vento,
abbraccerei
delicati petali
e graziose foglie 
di un rigoglioso giardino.

Se fossi la cima di un monte,
ammirerei con orgoglio
la brillantezza del sole,
la luce della luna
e le lontane stelle.

Se fossi un uccello,
volerei molto lontano
per condividere
il dolore e la gioia della povera gente.

Se fossi un angelo,
canterei
con gioia
inni di pace.

8 agosto 2011

Orme

So bene che mancano ancora diverse settimane all'inverno, ma vorrrei pubblicare un pensiero significativo che dedico alla mia professoressa di lettere classiche(anno scolastico 2010-2011), per ringraziarla.
A settembre molto probabilmente non sarà più la mia insegnante.


Un candido manto sulla mia campagna.

Nella purezza della neve, 
le mie effimere orme.

Nel mio cuore, 
orme incancellabili di persone lontane.



Davvero, la Sua squisita e paziente persona lascerà dentro di me un ricordo molto positivo!

29 luglio 2011

Ragazzini esemplari, di una maturità invidiabile!! Ecco i piccoli eroi di "Cuore"

Recentemente ho letto il famosissimo romanzo di De Amicis,"Cuore" e l'ho apprezzato molto.
E' un romanzo ambientato a Torino tra il 1878 al 1886 circa e descrive il  miserrimo stile di vita dal punto di vista economico che la maggior parte degli italiani conduceva nell'epoca post-risorgimentale.
Il protagonista è Enrico Bottini, che racconta le vicende di un intero anno scolastico.
Definire gli aspetti caratteriali di questo ragazzino è molto difficile: l'autore infatti lo ha creato soltanto per mettere in evidenza tutti gli altri personaggi.
Il libro è un intreccio di tre parti: i fatti che accadevano a scuola, le lettere dei genitori e le storie mensili che il maestro proponeva in classe.
Le persone povere credevano molto in aspetti come il patriottismo, la solidarietà, il rispetto dei figli per i genitori, i buoni sentimenti nei confronti del maestro, la pietà, l'eroismo e la sopportazione di alcune disgrazie familiari. Ma quelli erano tempi molto diversi!!
Spesso, mentre leggevo, ho pensato:"Che bella quell'epoca, in cui quasi tutti avevano poco e imparavano presto a condividerlo!"
 Ora però mi vorrei soffermare su alcuni personaggi e tra questi:
il maestro di Enrico, che è davvero una figura meravigliosa, piena di bontà.
Mi ha commossa molto un suo discorso, pronunciato all'inizio del libro: " Io non ho famiglia. La mia famiglia siete voi. Mia madre mi è morta, sono rimasto solo. Non ho più che voi al mondo, non ho più altro affetto, altro pensiero che voi. Mostratemi che siete ragazzi di cuore; la nostra classe sarà una famiglia e voi sarete la mia consolazione e la mia alterezza."

Per non parlare del buon Garrone, un compagno di Enrico: un quattordicenne alto e robusto ma soprattutto con un cuore davvero grande e dotato di un animo nobile e sensibile. Era il ragazzo che difendeva sempre i più piccoli e i più deboli di costituzione. 
Nel mese di gennaio si racconta che il maestro si era ammalato e che il supplente della classe era molto buono e non riusciva a tenere la disciplina. La confusione in aula era tale che in un certo momento il supplente era stato chiamato dal Direttore. Garrone, durante questa assenza, preso dall'indignazione rimprovera i compagni che subito cambiano comportamento. Al rientro in classe il maestro supplente si era accorto dello sguardo fremente del ragazzo e lo aveva affettuosamente ringraziato. Davvero un ottimo esempio, un compagno che custodisce nel cuore un amore connaturato per la giustizia e per la comprensione umana.

Pietro Precossi è un ragazzino straordinariamente tollerante: picchiato costantemente da un padre( il fabbro ferraio) sempre ubriaco, si ostina a far apparire nella miglior luce possibile la figura paterna, negando i maltrattamenti.
Enrico dice:" Dire che lo stimo è dire poco". Anch'io ho provato un sentimento di sincero affetto per il piccolo Precossino.
Il suo era davvero eroismo quotidiano. Ma sono stata lieta quando ho letto che il ragazzino, nel mese di febbraio, aveva vinto la seconda medaglia per la sua diligenza e per la sua persona. Soprattutto per il fatto che il padre poi ha cominciato a trattarlo diversamente. Era lo scolaro più timido della classe.

Stardi invece, è la tenacia fatta persona. Inizialmente presentato in classe dal padre come "scolaro molto duro di comprendonio", grazie al suo assiduo impegno e alla sua passione per i libri che custodiva in casa con molta premura, riesce a ottenere la seconda medaglia nel mese di dicembre e la valutazione di sessantasette settantesimi agli esami di fine anno.



Ho apprezzato molto i genitori di Enrico, che nelle loro lettere al figlio trasmettevano valori morali significativi e molto apprezzati in quell'epoca, tra i quali anche la sensibilità per gli altri e l'Amore di Dio per gli uomini.


Tra i racconti mensili del maestro, invece, affermo che quello che mi ha scossa molto profondamente è stato "Sangue Romagnolo". Ferruccio, un tredicenne molto vivace che frequentava cattive compagnie, era ritornato a casa molto tardi una notte. Sua nonna era molto addolorata per questo, dato il fatto che i genitori e la sorella del ragazzino erano partiti per Forlì.
Verso mezzanotte, entrambi avevano udito dei passi: erano dei ladri, giunti nella loro casa per rubare i denari al padre di famiglia.
In seguito la nonna aveva riconosciuto uno dei ladri, che, irandosi, stava per scagliare il coltello su di lei. Ma Ferruccio aveva fatto in tempo a proteggerla con il suo corpo. E dopo la fuga dei ladri-criminali, Ferruccio aveva esalato l'anima.
Davvero una storia straziante. "Il piccolo eroe, salvatore della madre di sua madre, aveva reso la bella e ardita anima a Dio".


Sicuramente, ammetto che in alcuni punti il romanzo è piuttosto retorico ma penso soprattutto che noi adolescenti dovremo prendere esempio da quei ragazzi maturi e generosi, che con il loro buon animo rendevano la quotidianità piena di momenti di condivisione.

11 luglio 2011

Voglio credere...

Vorrei consolare
l'angosciante solitudine
di un bimbo senza madre.

Vorrei restituire
la vita 
a chi è costretto a venderla.

Vorrei risanare
le ferite profonde
dell'odio e della violenza.

Vorrei stringere forte
chi è lacerato 
da un intenso dolore.

Voglio credere
che la speranza e l'amore 
sostengono il mondo.
Voglio credere 
nella bellezza della vita.



2 luglio 2011

Se i personaggi dei libri che leggo potessero uscire dalle pagine in carne ed ossa...

Qualcuno di voi ha letto "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano? 
Quanti sono riusciti ad arrivare alla fine, nonostante il tono drammatico della storia?


Questo libro mi ha fatto davvero pensare. E' un romanzo che racconta in modo toccante la storia di Alice e Mattia, i due protagonisti. 
Inizia dalla loro infanzia, raccontando due episodi che segnano profondamente le loro vite e i loro sentimenti.
Alice, costretta dal padre a partecipare alla scuola di sci, in una mattina nebbiosa e gelida si perde dal resto del gruppo e, decidendo di scendere a valle da sola, finisce fuori pista in fondo a un canalone innevato, con una gamba spezzata.
La parte che racconta la sua adolescenza evidenzia la sua sofferenza per l'essere destinata a zoppicare per sempre con la protesi meccanica.
Mattia è straordinariamente dotato, ma è gemello di una "ritardata". Per questo i due bambini vengono sempre isolati e derisi, quando un giorno vengono invitati a un compleanno.
La loro madre costringe Mattia a portare anche la sorella, ma non comprende il disagio del figlio e non accompagna i due bambini alla festa. La vergogna porta Mattia ad abbandonare la sorella in un parco per alcune ore. Al ritorno dalla festa non la trova più. Di lei non avrà più notizie per tutta la vita. 
Così comincia ad odiare se stesso, facendosi del male con oggetti taglienti.
Durante gli anni di liceo i due ragazzi si incontrano ed entrambi si riscoprono incredibilmente legati da un dolore intimo e forte, ma al contempo sono anche irreversibilmente divisi. Come i numeri primi gemelli: due numeri primi, separati da un numero pari, non sono abbastanza vicini per toccarsi.
Alice, dopo il diploma di maturità, lavora come fotografa mentre Mattia si laurea in matematica con il massimo e la lode e in seguito accetta la borsa di studio all'estero. Si spende così nel mondo della matematica, tralasciando la decisione di incrementere il suo rapporto con Alice, che, sentendosi poco importante per un genio promettente, lo incita ad andare. 
Alice è molto incerta nei suoi sentimenti, a tal punto da sposare un uomo troppo sicuro di sè che ignora i disagi altrui. A trent'anni si troverà divorziata e con un corpo molto esile a causa del suo pessimo rapporto con il cibo.
Dopo nove anni Mattia e Alice si rivedono, ma Mattia è stato lontano troppo tempo per sentirsi a suo agio in Italia.

Il romanzo ha provocato in me un forte impatto emotivo; ho pianto molto per Mattia: mi faceva molta tenerezza la sua figura di ragazzino riluttante nel parlare e chiuso nella sua depressione. Se lo avessi avuto di fronte a me, penso proprio che lo avrei abbracciato e gli avrei sussurrato:" Smetti di farti male". 

Le ultime tre pagine del libro sono state per me le più confortanti: Alice passeggia per il parco dove la gemella di Mattia era scomparsa molti anni prima e si siede sul greto del fiume. Ripensa a quando era distesa nel canalone, da sola in mezzo alla neve. 
"Con un po' di fatica sapeva rialzarsi" conclude il libro. La conclusione basta alla speranza...

22 giugno 2011

Fiamma

La luce dell'amore
rischiarava
i tuoi profondi occhi cristallini.

Nel mio cuore affranto,
il tuo ricordo 
è una fiamma
vivida e ardente
che brucia le mie palpebre
ogni volta che contemplo la notte.

Ora sei una stella
vicina alla bontà del Creatore.

Il silenzio...





 

Nell'aria tiepida,

un soave canto di stelle,

un leggero vagare di nubi,

un debole frinire 

nel silenzio delle tenebre.