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26 giugno 2014

Sono "fresca di maturità"... Presentazione di: "Vado a scuola", film che aiuta a comprendere l'importanza della cultura


Eccomi, fresca di maturità!
Il mio esame orale è stato ieri mattina. Sono entrata a scuola tesa e preoccupata ma sono uscita molto soddisfatta, sicura di aver fatto una buona interrogazione. Davvero, ieri mi sentivo la ragazza più felice del mondo! Avevo la gola secca e un gran mal di testa, ma mi sentivo davvero sollevata!
Tra l'altro, ho fatto ridere la Commissione dicendo che Leopardi mi fa tenerezza e che se lo avessi di fronte a me, lo abbraccerei.
L'esame orale, a mio avviso, non è nulla in confronto alla seconda prova scritta; in effetti la seconda prova è in genere ostica e difficile ed è fatta sostanzialmente per valutare le competenze tecniche dell'allievo, mentre l'interrogazione, come d'altronde la prima prova, rivelano anche il livello di maturità psicologica dello studente.
L'interrogazione di ieri per me è stata una piacevole chiacchierata intellettuale con adulti laureati e rispettabili. Tutto qui.
Ora devo farne di cose, dopo il mio esame di maturità!! Devo farne di cose, nei prossimi anni!!
La mia mente è piena di progetti e di sogni e, ora che ho chiuso il capitolo intitolato "liceo", ne apro almeno altri tre, ovvero, "patente", "università", "viaggi all'estero".

Propongo in questo post la trama di un FILM che ho visto alcuni mesi fa e che mi ha colpita molto. Si intitola: "Vado a scuola".

“Vado a scuola” racconta le storie di vita quotidiana di quattro ragazzini di età compresa tra i 10 e i 13 anni, i quali compiono un lungo tragitto per arrivare a scuola. Sia i ragazzini sia le loro famiglie sono consapevoli dell'importanza dell'istruzione, del valore inestimabile della cultura, strumento che rende le coscienze critiche e responsabili.
Le storie dei quattro protagonisti si intrecciano, nel corso del film.


In Kenya, Jackson, a soli dieci anni, percorre quotidianamente con la sorella minore, circa quindici kilometri in mezzo alla selvaggia savana, ove dimorano tigri, giraffe ed elefanti. Gli elefanti sono animali molto pericolosi, tanto che, ogni anno, almeno cinque bambini della scuola di Jackson vengono uccisi lungo il percorso mattutino. Tuttavia, Jackson si dimostra coraggioso e tenace perché vuole arrivare a scuola puntuale, pulito e in ordine (non dimentichiamo che all'inizio del film, lo troviamo a lavare i suoi panni in una buca).




Il secondo bambino presentato da questo stupendo documentario è Carlito, che vive in Patagonia, in una regione dell'Argentina (mio zio paterno, ovvero, il marito della sorella di mio padre viene dall'Argentina. Cioè, è nato in Italia ma da genitori argentini immigrati. Mio zio però mantiene legami molto saldi e profondi con la terra dei suoi genitori!).
Carlito percorre ogni mattina ben 25 km a cavallo con la sua bellissima e dolcissima sorellina. Lungo il tragitto incontra anche altri ragazzi suoi coetanei, anche loro in sella al cavallo. Il ragazzino sogna di diventare un veterinario.





Zahira, una dodicenne marocchina, ogni lunedì percorre 22 kilometri a piedi per arrivare nella città dove c’è il collegio che la ospita fino al venerdì. Lungo la strada incontra altre due ragazzine che frequentano il suo stesso collegio. Belle le figure di queste ragazzine tenaci, sorridenti e determinate! 







Il tredicenne Samuel vive in India, in un villaggio situato vicino al golfo del Bengala con la madre e i tre fratelli. Samuel è fisicamente disabile e, per portarlo a scuola, i suoi tre fratelli devono spingerlo ogni mattina per un’ora e mezza su una carrozzina fragile che rischia di perdere i pezzi.
Questa è la storia che, più delle altre tre, mi ha commossa: significativo è il momento in cui Samuel, giunto all'entrata della scuola, viene salutato da tutti i suoi compagni che lo accarezzano e lo abbracciano con affetto sincero. Se solo nelle scuole italiane episodi di solidarietà come questo si verificassero un po' più spesso!!! Samuel, ottimo studente, sogna di diventare medico.



Il regista francese Pascal Plisson, esperto di documentari sui paesi del sud del mondo, ha avuto la brillante idea di raccontare in un film le storie di vita quotidiana dei ragazzini poveri durante un viaggio in Kenya, dove infatti aveva visto dei bambini che, per raggiungere la scuola, dovevano affrontare i pericoli della savana. Poi, grazie all’Unesco ha avuto l'occasione di contattare le scuole dei paesi più poveri del mondo, che gli hanno segnalato alcuni studenti.
 Vedere le difficoltà che questi quattro ragazzini devono affrontare per ricevere un'istruzione, mi ha fatto provare sdegno nei confronti di chi sottovaluta la cultura e anche rabbia verso tutti coloro che considerano la scuola soltanto una "prigione" caratterizzata soltanto da studio, noia e fatica.
Certo, studiare è faticoso e implica impegno assiduo e dedizione sincera. Però è una grande opportunità che arricchisce la mente dell'individuo.


7 giugno 2014

Finalmente è finita!!


 7 giugno 2014. Finalmente è arrivato questo giorno da me tanto atteso!! Ultima mattinata di scuola! Tre ore passate con i miei compagni a cantare e a urlare. Niente male, anzi, mi sono divertita.
Stamattina ho messo addirittura il vestito a fiori.

Stanca ma contenta, ho attraversato il cortile posteriore della scuola. Centomila pensieri fluttuano nella mia mente.
La prima cosa che mi sono detta non appena ho varcato il cancello è stata:" Eri una bambina spaesata quando sei entrata per la prima volta in questo liceo. A 14 anni nutrivi molte aspettative verso questa scuola. Ora esci dal Liceo "Medi" e sei quasi una donna. A 18 anni erotti hai già le idee chiare riguardo il tuo futuro."

Nulla di più vero! Ricordo il mio primo giorno di scuola. Era una giornata piovosa di metà settembre e io, insieme ad altri 22 ragazzini, eravamo seduti di fronte alla nostra insegnante di lingue antiche che ci chiedeva i motivi per cui avevamo deciso di iscriverci all'indirizzo classico.
Io avevo deciso di  frequentare il classico essenzialmente per due motivi: perché mi interessava approfondire la letteratura italiana e anche perché mi incuriosiva il greco antico.
 Mi ricordo molto bene la mia prima prof. di greco e latino. Era esigente, pretendeva che tutti quanti ci impegnassimo in maniera assidua, ci spronava a dare il meglio di noi stessi, e, tutte le volte che prendevamo voti negativi negli scritti, ci raccomandava di non avvilirci e di continuare a studiare con tenacia.
Era pignola, ma anche comprensiva. Grazie ai suoi preziosi consigli ho imparato un metodo di studio piuttosto efficace.

Il secondo anno è stato fantastico!!! Per vari motivi. Innanzitutto perché ho incontrato una persona straordinaria, che mi permetto di citare: la professoressa Chiara Ticinelli!!!!
Era la mia insegnante di greco e latino in seconda. Voglio ricordarla non soltanto per la sua ottima preparazione linguistica e letteraria (spiegava infatti in modo esauriente le regole grammaticali), ma anche per la sua straordinaria mitezza, bontà, disponibilità, affabilità. Avevamo un ottimo rapporto, io e lei. Lei mi stimava moltissimo e aveva compreso le mie potenzialità.
Incredibile a dirsi, ma la sera del 9 giugno 2011, ultimo giorno di scuola della seconda, piangevo come una fontana per il fatto che sapevo benissimo che questa insegnante, essendo supplente, non sarebbe più stata con me.
Da tre anni  penso: "Quando diventerò insegnante, cercherò di essere come lei!"
Durante il secondo anno di scuola superiore ho scoperto inoltre il mio talento per la poesia. Lo so, l'ho già scritto in molti altri post, ma vorrei ribadirlo di nuovo. Tutto è iniziato nel dicembre del 2010, quando la mia insegnante di italiano incentivava la partecipazione di noi studenti al Concorso letterario "Valeggio Futura".
In quell'anno tutta la mia classe aveva partecipato a quel concorso.
Io avevo presentato una poesia che descriveva un paesaggio invernale contemplante il sorgere del sole. Ho vinto il 4 posto (la Menzione d'Onore).
Il mio caro zio Vincenzo, leggendola, l'aveva apprezzata moltissimo e mi aveva consigliato di continuare a sfruttare la mia immaginazione per comporre altre liriche.
Da allora ho approfittato del mio tempo libero per scrivere in versi sia le sensazioni che provavo nel contemplare la natura sia i sentimenti che mi suggerivano alcuni eventi di attualità, alcuni episodi della vita quotidiana ed alcuni eventi di storia recente.
Ho compreso di avere talento e quindi mi è sembrato opportuno continuare.
Da tre anni e mezzo ormai scrivo poesie e da tre anni e mezzo ho questa sensazione: riesco ad essere veramente me stessa quando scrivo versi e quando lavoro con le parole. Con le mie poesie riesco ad esprimere la parte migliore di me.

La terza e la quarta liceo sono stati anni molto impegnativi. Però mi sono piaciuti molto, sia perché ho avuto la possibilità di entrare in contatto con bellissime e interessantissime nozioni di filosofia, sia perché ho iniziato a divenire più attiva dal punto di vista delle attività extrascolastiche.
A quanti incontri culturali ho partecipato! E così ho sperimentato il piacere di mettermi in gioco anche al di fuori del contesto dei voti e delle medie.
E intanto, anche durante quei due anni, continuavo a ricevere riconoscimenti letterari ai concorsi di poesia.
In quei primi due anni di triennio ho scoperto un'altra mia capacità: l'abilità nell'instaurare collegamenti tra le tematiche delle varie discipline: tra greco e filosofia, tra latino, inglese e italiano, tra italiano e arte. Mi è sempre stato facile scorgere somiglianze e differenze tra i diversi autori.

La quinta mi è sembrata molto lunga, più lunga delle prime quattro classi. Tuttavia anche l'anno scolastico 2013-2014 mi ha riservato delle grandi soddisfazioni.
Verrò ammessa all'esame con una media piuttosto alta.
Ho studiato, ho studiato come una dannata fino alla fine di maggio per ottenere i voti che ho.
Spero di riuscire a fare un buon esame, degno dei miei sforzi e delle mie capacità.
Forse ora vi starete chiedendo se sono tesa o preoccupata. Un po' sì, ma soltanto un po'.


Ad ogni modo, la fine di questo post è riservata ai ringraziamenti.

Un grazie speciale a TUTTI gli insegnanti che mi hanno accompagnata in questa intensa esperienza di studio, durata cinque anni. In particolare, un sincero ringraziamento al Professor Mirandola (italiano), alla Prof. Ceccon (filosofia e storia) e alla Prof. Corbellari (inglese). Questi tre docenti
in effetti mi hanno aiutata moltissimo a coltivare le mie passioni e spesso mi hanno proposto di partecipare ad attività stimolanti per la mia crescita.

Un grazie lo devo anche ai miei compagni, dopotutto: in un certo senso è dovuto anche a loro se in questi ultimi anni sono riuscita a migliorare alcuni dei miei difetti. Cerco di spiegarmi:
alle medie ero molto intransigente, spesso mi mostravo poco disposta a tollerare chi assumeva comportamenti diversi dai miei. I rapporti con i miei coetanei non sono mai stati facili; un po' perché spesso e volentieri mi hanno presa in giro, hanno "spettegolato" di gusto alle mie spalle e una buona parte di loro mi giudicano una povera imbranata strampalata, un po' perché, devo ammetterlo, io tendo ad essere molto critica verso gli altri.
Entrando in contatto con adolescenti che vedono la vita diversamente da me, ho imparato che, per sopravvivere in un mondo costituito da persone molto diverse tra loro è utile stamparsi un sorrisetto ironico sul viso.
Ultimamente mi rendo conto di essere diventata più flessibile.