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26 febbraio 2016

"Il Signore delle Mosche": un'isola sperduta nell'Oceano dove gli intelligenti divengono sempre più intelligenti e i selvaggi sempre più selvaggi

William Golding è conosciuto soprattutto per la creazione e la stesura di questo romanzo, affascinante ma al contempo terribile.


Durante un volo, un aereo britannico in rotta verso l'Australia si schianta in un'isola remota e deserta. Ritrovatisi naufraghi, Ralph, in compagnia di un ragazzino occhialuto e in sovrappeso  trovano una grande conchiglia marina che, suonata da Ralph come fosse uno strumento a fiato, diventa un richiamo in direzione degli altri sopravvissuti. Questo suono fa accorrere un gran numero di ragazzini dispersi, tutti di età compresa fra i 6 e i 15 anni, tra cui i gemelli Sam ed Eric e il gruppo dei coristi a capo del quale vi è Jack.

Ralph viene eletto "capo" di quella piccola comunità, anche se non riceve i voti dei membri del coro guidati dal fulvo Jack.  Sia Ralph che Piggy sanno bene che lo scopo fondamentale della loro permanenza nell'isola è quello di tenere sempre acceso un fuoco sulla montagna il cui segnale di fumo possa avvertire le navi di passaggio della loro presenza sull'isola.

I ragazzi decidono inoltre che chi detiene la conchiglia deve avere il diritto di parola e di esprimere la propria opinione alle adunate in assemblea, ottenendone in cambio il silenzio attento di tutti gli altri, silenzio che però viene raramente rispettato.


Ralph, il leader razionale:

Ralph e Piggy
Inizialmente sembra freddo, antipatico e sprezzante nei confronti di Piggy:
"Esitò per un momento, poi parlò di nuovo. «Come ti chiami?» «Ralph». Il grasso aspettò che a sua volte gli venisse chiesto il suo nome, ma questa offerta di amicizia non ci fu. Il biondo chiamato Ralph sorrise vagamente, si alzò e cominciò un'altra volta a farsi strada verso la laguna. (...)
  «Non importa come mi chiamino» - disse in tono confidenziale- «Purché non mi chiamino come facevano a scuola». Ralph cominciò a interessarsi. «Come ti chiamavano?» Il ragazzo grasso si diede un'occhiata alle spalle, poi si chinò verso Ralph e sussurrò: «Mi chiamavano Piggy.» Ralph scoppiò a ridere e balzò in piedi «Piggy! Piggy! »(...) Si buttò in picchiata sulla sabbia ai piedi di Piggy e restò lì a ridere."

 Nei capitoli successivi però, Ralph manifesta le sue numerose qualità tra cui il buon senso, lo spirito di iniziativa, la pacatezza. Insomma, si rivela un capo democratico, in grado di riflettere prima di prendere delle decisioni.
"«Abbiamo bisogno di un'assembea. Non per far chiasso. Non per ridere e cader giù dal tronco. Non per far degli scherzi o per far sfoggio di abilità. Ma per mettere le cose a posto. Ci ho pensato ancora. Ci ho pensato per conto mio a quello che dobbiamo fare. Io so di che cosa abbiamo bisogno. Di un'assemblea per rimettere le cose a posto perché noi decidiamo delle cose, ma poi non si fanno. Dovevamo far portare l'acqua dal ruscello e farla lasciare in quelle noci di cocco sotto le foglie fresche. Così si è fatto per alcuni giorni. Adesso non c'è acqua. Le noci di cocco sono vuote. La gente beve dal fiume. »(...) «Poi ci sono le capanne. I rifugi. Chi ha costruito i rifugi?» (...) «Chi li ha costruiti tutti e tre? Tutti abbiamo costruito il primo, il secondo l'abbiamo fatto in quattro e l'ultimo io e Simone. Difatti è così traballante. No. Non ridete! Quel rifugio potrebbe crollare se torna a piovere.» "
Dotato di carisma, egli cerca infatti di organizzare sia la difesa del fuoco (mezzo di salvezza) che la creazione dei rifugi. Durante la permanenza nell'isola, Ralph è per lo più infelice e nostalgico: nel corso del tempo diverrà molto amico di Piggy e più di una volta gli confiderà la sua grande nostalgia per lo stile di vita che conduceva prima del disastro aereo. Per il dodicenne Ralph, gli inverni trascorsi nella brughiera inglese sono ricordi dolci e piacevoli, mentre il presente in un'isola sperduta nell'Oceano Pacifico è pieno di incertezze, di delusioni, di difficoltà.

Piggy, lo scienziato saggio:

"Aveva le ginocchia nude e grassocce, graffiate dalle spine. Si chinò, tolse le spine con cura e si voltò. Era più piccolo del ragazzo biondo e molto grasso. Venne avanti, studiando attentamente dove mettere i piedi, e guardò in su. Aveva dei grossi occhiali"- così è descritto questo ragazzino, nella prima pagina del libro. Il suo vero nome rimarrà per sempre sconosciuto ai lettori. Appare goffo e impacciato e con un fisico non proprio atletico. Inoltre, è asmatico e miope (= non vede praticamente nulla senza occhiali). Però è un personaggio molto positivo, dall'inizio alla fine del romanzo. Anch'egli è razionale, riflessivo e molto più maturo della sua età (più o meno 11 anni). E' spesso oggetto di derisioni e umiliazioni da parte di molti ragazzi. A me sta simpatico e credo che questo ragazzino paffutello e occhialuto simboleggi lo scienziato dotato di senso morale; il ricercatore scientifico che si mette a servizio della comunità, che si preoccupa di divulgare le sue teorie e le sue conoscenze per il bene degli altri. Un esempio è quando egli spiega ai più piccoli il fenomeno dei miraggi. Anche Piggy è un nostalgico delle vecchie abitudini: di fronte a Ralph egli menziona spesso la zia e i consigli di quest'ultima, dal momento che è orfano di genitori.
Piggy inoltre è molto ricercato dagli altri perché è l'unico a disporre di un paio di occhiali grazie ai quali poter accendere il fuoco, utilizzando le lenti riflettenti i raggi del sole.
Peccato che verso la fine venga scaraventato giù da una rupe dagli scagnozzi di Jack! Avrei voluto che sopravvivesse e che tornasse a casa sano e salvo. 

Jack, il leader dispotico:

Jack
Sebbene sia molto negativo, riesce ad essere persuasivo.
Alto, magro e dai capelli rossi, nella prima parte del libro appare come un ragazzo prepotente, polemico verso Ralph e frignone. Durante le assemblee indette da Ralph, egli urla, contesta e critica aspramente il modo di fare del leader democratico. Fino al giorno in cui si allontana piangendo e dicendo con tono risentito: "Io sotto Ralph non ci sto più!"
Da allora, Jack istituisce una tribù di cacciatori sanguinari e violenti. E' fissato con la caccia, dall'inizio alla fine della storia. Proprio durante questa attività sfoga tutta la sua crudeltà e malvagità; basti pensare all'episodio in cui egli addita ai suoi seguaci una scrofa che sta allattando i suoi piccoli e li sprona ad attaccarla, ad inseguirla e ad ucciderla.
Proprio dal teschio della scrofa scaturisce il titolo dell'opera. Il teschio è in grado di attrarre le mosche. E di mostrare tutta la cattiveria di cui il genere umano è capace- e Simone sarà il primo a rendersene conto.
Jack è metafora del dittatore irrazionale e impulsivo che detiene il potere sfruttando la forza fisica, la superstizione e gli istinti più arcaici dell'animo umano. In effetti, si dipinge la faccia (come le tribù dei pellerossa e come gli indigeni vissuti molti secoli fa in America Centrale).
Al contrario di Ralph, Jack non è intelligente. Neanche un po'. Perché gli unici interessi che ha e che coltiva sono la caccia e il dominio assoluto sugli altri ragazzi, che rimangono comunque suggestionati da lui, ed è questo che è davvero molto sconvolgente! Sono suoi gregari, aderiscono alle battute di caccia di questo loro compagno che aspira a ritornare con grande entusiasmo ad uno stile di vita simile a quello dell'uomo preistorico.
Jack non è un ragazzo, è un mostro. Un mostro posseduto dal demonio. Riesce a far eliminare il ragazzo più dolce e più sensibile di quella piccola comunità, Simone.

Simone, l'artista intuitivo:

Simone
Il mio personaggio preferito! Davvero, è proprio una bella persona: per i piccoli raccoglie i frutti che maturano sui rami più alti, aiuta moltissimo Ralph nella costruzione dei rifugi, divide la sua razione di cibo con Piggy.
Probabilmente soffre di epilessia: di tanto in tanto sviene.
E' timidissimo: spesso infatti, durante le assemblee, ha paura di esprimere la sua opinione perché teme il giudizio altrui. Come Piggy, non viene mai preso sul serio ed è spesso banalizzato. Persino Piggy e Ralph lo considerano bizzarro e pazzo. Entrambi gli dicono "Sei un po' tocco". Ma in realtà non lo è affatto, dal momento che le sue capacità intuitive sono migliori delle loro.
In una delle assemblee egli suggerisce a Ralph di continuare a mantenere vivo il fuoco in cima alla montagna. Ma naturalmente viene contrastato proprio nel momento in cui cerca di dare questo ragionevole consiglio: Ralph infatti, impaurito dalla presunta "bestia" che crede di aver visto insieme a Jack una notte sulla montagna, non gli presta ascolto e accende un fuoco sulla riva del mare, provvedimento che si rivela inutile per la loro salvezza.
Simone è in realtà l'unico che non crede nell'esistenza della bestia.
In alcuni momenti della giornata, rimane solo nella radura. Importantissimo dal punto di vista narrativo è il capitolo VIII del libro in cui Simone assiste di nascosto allo squartamento di mamma scrofa da parte della tribù di Jack e, dopo l'allontanamento dei cacciatori selvaggi, rimane per un po' di tempo ad osservare con disgusto e con sconcerto il teschio della scrofa. È importante precisare che il suo colloquio immaginario con quella testa mozza di maiale simboleggia la sua brillante intelligenza che riesce prontamente a captare la pericolosità del dispotismo di Jack. Alcune recensioni definiscono Simone un "profeta visionario" dal momento che il suo nome, di origine ebraica, significa proprio "ascoltare". Però io preferirei definirlo un intuitivo, intuitivo come un artista, come un poeta che riesce a comprendere bene la realtà del mondo con le sue sfaccettature e gli aspetti più negativi dell'animo umano. Simone in qualche modo è paragonabile a Frida, la figlia di Kees Popinga, una dei personaggi presenti nel romanzo: "L'uomo che guardava passare i treni".
Vi riporto due passi tratti da questi due diversi libri relativi ai due ragazzi:

-A) FRIDA: "Aveva quindici anni e capelli castani, disponeva i quaderni sotto la lampada e se ne stava per un pezzo a guardarli con i suoi occhioni scuri che non esprimevano niente."
-B) SIMONE: "Simone voltò le spalle alla radura e strisciò tra i rampicanti finché raggiunse la penombra della foresta. Camminava con una faccia senza espressione".

Questo ragazzo è sensibile come Frida. Le loro facce sembrano inespressive, il loro atteggiamento appare sciocco, i loro discorsi sembrano insulsi e strampalati, ma in realtà entrambi pronunciano parole profonde, intrise di verità e di innocenza. In tutti e due i romanzi sembra che Simone e Frida non riescano a comunicare nulla di significativo e di rilevante agli altri personaggi, sembra che non capiscano nulla ma in realtà capiscono tutto. Prima e meglio degli altri.
L'enorme differenza è che Simone muore in modo terribile nel pieno dell'adolescenza, mentre Frida invece diventa grande. Diventa un'adulta molto amata dal marito e molto apprezzata in ambito professionale.
Ci sono rimasta malissimo quando Simone viene squartato e sgozzato come un porco, al punto tale che non volevo più proseguire la lettura. Non ho mai letto un romanzo antiutopico così tragico, addirittura più tragico di "1984" di Orwell.
E' impressionante il fatto che questi eventi terribili avvengano in una società di ragazzi e non di adulti! Ma il sentimento di curiosità alla fine è prevalso e sono arrivata alla fine.
Dicevo sopra che Simone non è "tocco", semmai ha un'intelligenza diversa da quella di Piggy: il cervello di Piggy segue i criteri della logica e della razionalità, proprio come i procedimenti matematici di uno scienziato, la mente di Simone invece funziona per associazione di idee diverse ma tutte inerenti alla mera osservazione di ciò che accade.
Ecco qui come ragiona Simone:
Il "Signore delle Mosche"
1) Jack e i suoi uccidono e smembrano selvaggiamente la scrofa.
2) Appendono ad un palo la testa della bestia massacrata come se fosse un totem, un simbolo di potere.
3) Jack purtroppo sa conquistare adepti con la sua impulsività e con l'applicazione della violenza, senza curarsi delle sofferenze di altre creature.
4) Jack presto soppianterà Ralph e costringerà tutti con la forza a partecipare alle battute di caccia. 5) Nel "regime" di Jack non c'è posto per uno come me. Sicuramente mi uccideranno.
Simone non è un indovino, e nemmeno un mago capace di interloquire con animali morti. Quel dialogo che prima ho definito immaginario con il teschio della scrofa è in realtà la sua riflessione sulla natura umana, capace di attuare cose terribili, crudeli e incapace invece di provare rimorso e senso di colpa per i propri misfatti. Però, anche se sa di essere destinato a morire presto e in modo cruento, cerca di raggiungere gli altri per poter spiegare loro ciò che ha visto e ciò che ha pensato.
Riporto qui alcuni passi relativi alle ultime ore di vita di Simone:
"Simone restò dov'era, piccola figura bruna nascosta dalle foglie. Anche se chiudeva gli occhi vedeva sempre, come un'immagine persistente, la testa della scrofa. (...) Aprì gli occhi, ed ecco la testa della scrofa che ghignava divertita nella luce strana, ignara delle mosche, delle budella ammucchiate, ignara perfino dell'oltraggio di essere infilata su un bastone. Simone distolse lo sguardo, passandosi la lingua sulle labbra secche. (...) Simone alzò gli occhi e guardò il cielo. (...) Simone abbassò il capo, tenendo gli occhi ben chiusi, poi li riparò ancora con la mano. (...) Di fronte a Simone il Signore delle Mosche ghignava, infilzato sul bastone."

"Simone ebbe un sussulto. «Non c'è nessuno che ti possa dare aiuto. Solo io. E io sono la Bestia.» (...) «Che idea, pensare che la bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e uccidere!» -disse la testa di maiale.- «Lo sapevi, no?...che io sono una parte di te?».

Dentro ogni essere umano c'è "una bestia", una parte cattiva. Nessuno è completamente buono o completamente cattivo e questo ce lo insegna anche un romanzo di Calvino intitolato "Il visconte dimezzato". Però sta ad ognuno di noi quale parte della nostra personalità coltivare. Sta a noi decidere se servirci di doti quali la ragionevolezza, la sensibilità e la generosità oppure dar credito a quella parte irrazionale, violenta, rabbiosa che non porta mai a farsi scrupoli per le azioni cattive e disoneste che si compiono.


Sam e Eric, gli aiutanti pieni di zelo:

Sono due gemelli estremamente uniti. Proprio perché fanno tutto insieme vengono chiamati "Sammeric". Il loro compito è soprattutto quello di mantenere acceso il fuoco.
Nella parte finale del romanzo, vengono catturati dai seguaci di Jack e, dopo fastidiose torture, costretti da quest'ultimo ad entrare nella tribù. Sam ed Eric sono molto positivi e rappresentano a mio avviso tutte quelle persone che si adoperano con molta energia e con molta generosità per garantire la giustizia sociale: potrebbero essere paragonati a chi, oggi, oltre a svolgere bene una professione, si dedica con passione al volontariato.


UN'ANTIUTOPIA CHE RIFLETTE GLI EVENTI STORICI DEL SECOLO SCORSO:

I ragazzi si ritrovano senza alcun adulto su una calda isola che offre loro cibo, acqua e materiali per costruire dei rifugi nei quali trascorrere la notte. 
Però con loro convivono due paure: la prima, tipica soprattutto dei bambini più piccoli, di ciò che può avvenire loro durante il sonno (assalto di animali feroci) e la seconda invece, che crea angoscia soprattutto in Ralph e Piggy, di non venire più salvati.
Vi sono inoltre due tipi di leader tra di loro, molto diversi l'uno dall'altro: il ragionevole Ralph, che si preoccupa soprattutto dei metodi di avvistamento per la salvezza e il selvaggio Jack, disposto soltanto ad andare a caccia per poter sopravvivere.
Tra i due prevale Jack, dal momento che quest'ultimo propone al gruppo l'eliminazione della belva con l'attività della caccia. Jack allude quindi in qualche modo a Hitler. Certo, Hitler non si dipingeva il volto e non andava a caccia come un selvaggio, però, proprio alla maniera di Jack, ha cercato di conquistarsi la stima del popolo tedesco giocando proprio sul sentimento di paura delle masse, una paura causata dalla disastrosa situazione economico-finanziaria della Germania di allora.

Jack sa che molti ragazzi temono la "bestia", ovvero, il pericolo dell'assalto da parte di un animale feroce. Dunque decide di servirsi di essa per diventare capo e per ottenere il consenso del gruppo.
Una volta al potere, lo stesso Jack sceglie di mantenere in vita la belva- vi ricordo la testa mozza del maiale messa su un palo- idolatrandola anche con sacrifici umani. Questo gli permette di esercitare facilmente il controllo sulla tribù: ogni ragazzino infatti, oltre ad essere sempre più terrorizzato dalla belva, è anche impossibilitato a contrariare Jack per paura di diventare dono sacrificale.

Nel racconto, l'orientamento del gruppo verso i dettami di Jack svanisce improvvisamente con l'arrivo del capitano che li salva, il quale rappresenta una forza esterna di elevato potere in grado di determinare, con la sua sola presenza, la liberazione dall'oppressore. 

Ecco come Golding conclude il romanzo, con parole riferite a Ralph:

 " (...) L'isola stava bruciando come legna secca, Simone era morto e Jack aveva... Gli sgorgarono le lacrime e fu scosso dai singhiozzi. Per la prima volta da quando era sull'isola si abbandonò al pianto, a un grande spasimo di dolore che lo scuoteva tutto. Il suo pianto risuonava sotto il fumo nero, davanti all'incendio che distruggeva l'isola, e presi dalla stessa commozione anche gli altri bambini cominciarono a singhiozzare. In mezzo a loro, con il corpo sudicio, i capelli sulla fronte e il naso da pulire, Ralph piangeva per la fine dell'innocenza, la durezza del cuore umano, e la caduta nel vuoto del vero amico, l'amico saggio chiamato Piggy. L'ufficiale, davanti a quella scena, era commosso e un po' imbarazzato. Si voltò dall'altra parte, per dar tempo ai ragazzi di riprendersi e aspettò. (...)"




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