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13 marzo 2016

Troppa pornografia manda in pappa il cervello:


Abbastanza recentemente ho letto un articolo relativo ai danni causati dalla diffusione, soprattutto via web, di contenuti e immagini pornografiche. Devo ammettere di averlo trovato molto interessante.
Cercherò di esporre qui le parti fondamentali accompagnate da alcune mie riflessioni.

Iniziamo dai significati delle due parole chiave di questo argomento, ovvero, erotismo e pornografia.

Il termine erotismo deriva dal greco antico ἑρος, parola riferita ad un tipo di amore esclusivamente passionale e sensuale. Si potrebbe dunque definire l'erotismo un atteggiamento che esalta le tendenze e gli impulsi sessuali.

La pornografia deriva invece da due parole: πορνεὑω (=prostituirsi) e γραφή (=scrittura).
La pornografia è dunque relativa a raffigurazioni e a scritti osceni, intrisi di allusioni erotiche.

La dipendenza dalla pornografia è caratterizzata da un abuso di visione di video e immagini erotiche che, se prolungata nel corso della vita, può comportare addirittura delle profonde modifiche alla chimica cerebrale. L'industria del porno produce profitti per 97 miliardi di dollari l'anno e ovviamente, la stampa che si trova profondamente coinvolta nella trasmissione della pornografia non è interessata a far sapere ai lettori le conseguenze che ne derivano.

La dipendenza dal porno è stata paragonata da parte di medici e scienziati statunitensi sia alla dipendenza dall'alcool sia a quella dal fumo. Infatti, come l'abuso di alcolici danneggia fegato e reni e come la dipendenza dal fumo danneggia i polmoni e il sistema cardiovascolare, così un'alta fruizione di pornografia porta a un danno bio-chimico del cervello.
Il neurologo Norman Doige descrive nel suo saggio "Il cervello che modifica se stesso" come la pornografia determini la riscrittura dei circuiti neuronali:
"Le immagini erotiche eccitanti stimolano il rilascio della dopamina nella circolazione sanguigna, sostanza responsabile del consolidamento della connessione neuronale. (...) La dopamina facilita l'orgasmo ed eccita i centri del piacere. Gli individui che guardano pornografia ricevono dose dopo dose di dopamina e, benché non se ne rendano conto, sono coinvolti in un'attività che modificherà il substrato di cui è composto il cervello. (...) Le immagini vengono ricordate anche dopo essersi allontanati dal computer. e ciò le rinforza ulteriormente".
In questo modo la pornografia crea una grave dipendenza. In effetti, proprio le molecole psicotrope stimolano i centri del piacere che generano un comportamento ossessivo-complusivo finalizzato al rivivere quelle fantasie erotiche. Il cervello è dunque sottoposto ad un costante bombardamento chimico. Ogni volta che le vittime di questo mercato sporco e meschino avvertono un'eccitazione erotica, i loro neurotrasmettitori consolidano le connessioni create precedentemente nelle "sessioni di video pornografici".
Il pornomane dunque è letteralmente intossicato e subisce gli effetti delle erotossine, sostanze in grado di alterare la mente.

Anche il dottor Gary Lynch, neuroscienziato della University of California di Irvine, mette in luce gli effetti devastanti che un'immagine "osé" ha sul cervello: "Un'immagine passa dall'occhio al cervello in 3/10 di secondo e il cervello ne crea un ricordo. In particolare, le immagini che causano una forte reazione emotiva generano danni al lobo frontale."

Da alcuni anni è stata individuata dai neuro-biologi una "sindrome del lobo frontale", disturbo psichico caratterizzato sia da quell'impulsività che presta poca attenzione alle conseguenze, sia da un comportamento emotivamente labile e soggetto a repentini cambiamenti di umore, sia da un significativo deterioramento della capacità di giudizio.
E' facile intuire quindi che il lobo frontale svolge un ruolo determinante nella manifestazione dei comportamenti individuali e nella capacità di autocontrollo.
Pensate agli incidenti d'auto. In queste circostanze, un trauma cranico potrebbe causare improvvisamente dei danni al lobo frontale, indotti dal colpo, mentre l'ossessione del porno genera, con il passare del tempo, queste stesse modificazioni.


Oltre a ciò, la porno-dipendenza porta ad un atteggiamento di insensibilità nelle relazioni sessuali separando nettamente il sesso dall'amore e dall'interesse per la propria famiglia.
Con il passare del tempo, il picco di eccitazione ottenuto attraverso stimoli porno diviene addirittura più importante della vita reale. E non c'è la minima differenza se capita a un ministro, a un giudice, a un insegnante o a un ragazzo molto giovane. Tutti possono autocondizionarsi verso la devianza.
Riguardo a ciò, lo psichiatra newyorkese Jeffrey Satinover ha rilasciato delle dichiarazioni piuttosto pesanti: "Il tossico pornomane si dimentica rapidamente di tutto e di tutti in favore di una sempre più particolare scossa sessuale che sarà probabilmente capace di trovare solo fra altri persi come lui. Metterà a rischio la propria carriera, le proprie amicizie. Indulgerà in quei comportamenti dovunque e ovunque. Nessuno ne è immune." 

Infatti. E' un'affermazione molto triste, ma vera, realistica. Nessuno di noi ne è immune. Tutti ne siamo coinvolti, chi più e chi meno. Volenti o nolenti.
Vi invito a riflettere su ciò che negli ultimi anni accade in ambito cinematografico.
Il cinema è uno dei miei molti interessi e lo considero indubbiamente una forma d'arte geniale, in cui le immagini scorrono l'una dopo l'altra accompagnate dai dialoghi e dalle colonne sonore.
Però da alcuni anni il cinema presenta una grande fragilità, dal momento che la maggior parte dei film prodotti e trasmessi in questi ultimi anni presentano almeno una scena di sesso o comunque, almeno un'allusione sessuale piuttosto grossolana. E tra questi vi sono anche film storici di alta qualità.
Poche pellicole cinematografiche possono essere considerate "pulitissime", ovvero, prive sia di scene violente sia di allusioni alla sessualità. E lo stesso vale anche per le fiction trasmesse sulle Rai e su altri canali di creazione recente. Sia la diffusione della televisione in ambito domestico che il facile accesso alle nuove tecnologie hanno promosso la diffusione di contenuti osceni e provocanti, che tutti abbiamo sicuramente incontrato e visto almeno una volta nella vita.
Per rimanere completamente immuni dagli effetti generati da una società che valorizza troppo e troppe volte l'apparenza e la corporeità bisognerebbe andare a vivere o su un'isola deserta sperduta nell'Oceano oppure in alta montagna, luoghi in cui sicuramente regna la morte civile, spazi che non incentivano né le interazioni sociali tra individui né una buona e facile relazione con la natura.

Senza contare che esiste anche una cosiddetta "pornografia colta", riscontrabile non soltanto in un buon numero di immagini d'arte ma anche in alcune liriche appartenenti sia alla letteratura dell'antichità classica sia alla letteratura italiana. Questo aspetto non deve essere ignorato da chi studia approfonditamente le materie umanistiche. E' utile e importante comprendere che non tutto ciò che nel corso dei secoli è stato scritto o raffigurato è buono e puro. Bisogna certamente apprezzare lo stile, l'abilità tecnica (nel caso dell'arte) e formale (nel caso della letteratura), tuttavia senza rimanere troppo affascinati dalla nudità e dagli atti sessuali rappresentati.
Roberto Pasini, il mio docente di Storia dell'Arte Contemporanea, ha scritto nel suo saggio: "Teoria
generale dell'immagine": "L'immagine erotica scade spesso in quella pornografica. (...) In questo caso, l'immagine non dà di sé la migliore immagine. Ovvero, l'uso che se ne fa è troppo finalizzato a uno scopo per essere riscattato in genere, da valori estetici. (...) ben venga l'amplesso visivo, purché abbia un grado di attenzione e di distanza critica, il che non è sempre facile nel rapporto fortemente emotivo che genera nello spettatore."

Sarebbe l'ideale non riuscire a farsi condizionare, ma sarebbe anche l'ideale astenersi da comportamenti moralisti e ipocriti che mirano a giudicare coloro che sono più coinvolti di noi.
La festa della donna è trascorsa pochi giorni fa. E anche qui, in relazione alla pornografia, mi sento in dovere di aggiungere qualche considerazione.
A me infastidiscono discorsi maschilisti e assolutamente superficiali come: "Voi donne dovete guadagnarvi il rispetto!". Purtroppo una buona parte della popolazione maschile italiana ragiona in questi termini.
A mio avviso, le uniche due cose che nella vita bisogna guadagnarsi sono lo stipendio e i buoni voti durante la propria carriera scolastica e accademica. Un individuo che lavora, e magari anche bene e con passione, ottiene giustamente lo stipendio per il suo zelo. Ma se lo guadagna.
Io finora ho ottenuto delle valutazioni molto alte nei miei esami. Ma questi ottimi risultati me li sto guadagnando perché studio sodo! Non mi sono dovuti. Li ottengo soltanto con il mio impegno, come  d'altronde tutti gli studenti motivati.
Il rispetto invece è dovuto a prescindere, dal momento che tutti siamo esseri umani fragili e non di certo infallibili e incorruttibili.
Non sto giustificando nessuno, voglio soltanto dire che tutte noi, anche le giovani "spogliarelliste"
(io che mi ritengo una persona educata e civile le chiamo così, anche se molti altri utilizzano termini decisamente volgari) meritano rispetto. Il rispetto implica il riconoscimento dell'umanità dell'altro. Nessuno se lo deve guadagnare, è dovuto e basta!!

E' inutile che certe persone (e mi riferisco soprattutto ai ragazzi), quando incrociano per strada delle giovani che risultano pienamente coinvolte nel circolo della pornografia, accelerino il passo o cambino strada sussurrando giudizi molto pesanti alle loro spalle. Che ipocrisia! Proprio come i borghesi vissuti nel pieno del XIX secolo!! Ma chi siete voi per giudicare il vostro prossimo? Non vi sentite coinvolti anche voi, seppur in misura decisamente minore? Possibile che non riusciate a riconoscere le vostre fragilità nelle azioni altrui?!
Perché comunque molti fanno così: evitano e insultano le spogliarelliste nella vita reale, ma nella vita virtuale invece continuano a cercarle e a guardarle. Che ipocrisia, che falsità!

E comunque vorrei proprio sapere con quali criteri certi uomini decidono se una donna può o no essere degna di rispetto.
Perché se ti spogli su internet hai una pessima reputazione, se invece ti comporti in modo serio fai soggezione, passi per "quella che non si sa divertire, che è pesante, che propina a tutti discorsi di alto livello culturale e morale". Potresti venire emarginata e derisa anche a causa del tuo buonsenso e della tua serietà.
Dunque, attenendosi a questi fatti, quando una donna merita veramente rispetto?
Fortunatamente non tutti i ragazzi e gli uomini ragionano così. Io lo so, quindi non mi permetto di generalizzare. La generalizzazione è figlia dell'ignoranza.

Però un'ultima frecciatina la faccio, a conclusione di questo post: quando e se si deciderà di istituire una giornata dedicata alla "festa dell'uomo", io mai e poi mai mi permetterò di insultare o di mancare di rispetto in altri modi a tutti quegli uomini che si comportano in modo volgare, disonesto e scorretto. Mai e poi mai mi permetterò di generalizzare dicendo magari: "Gli uomini sono tutti dei mostri!", perché il rispetto è dovuto a tutti. Senza maschere, senza ipocrisie e senza cattiverie.
Però potrei regalare delle camicie, dei cioccolatini o delle raffinate cravatte a tutti gli uomini che mi vogliono bene, quello sì...




Dai, un po' di ironia ci sta anche qui, tutto sommato :-D



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