Visualizzazioni totali

27 gennaio 2018

La "Giornata della vergogna":


Così noi in famiglia chiamiamo la ricorrenza del 27 gennaio.
Riporto testi sia letterari sia filosofici sul tema della Shoah, accompagnati da riflessioni personali.


 Comincio con il definire assurde e crudeli queste tre parole: la frase "Il lavoro rende liberi", se la si colloca al di sopra dei cancelli di un campo di concentramento, diventa una bestemmia, una terribile offesa della dignità umana. 
Questa frase ha senso nel caso del prof. D'Avenia: la sua professione di insegnante di italiano e latino in un liceo scientifico e il suo lavoro di scrittore lo rendono un uomo davvero libero.
D'Avenia infatti sta facendo esattamente quello che desiderava quando era ragazzino: è un uomo di quarant'anni che è riuscito ad essere e a manifestare se stesso, un anticonformista che sta alzando la voce contro la superficialità e la falsità che caratterizzano la nostra società contemporanea.
Spero che tra alcuni anni questa frase possa caratterizzare quella che sarà la mia "missione nel mondo". Spero di poter diventare forte e libera anch'io come lo è lui.
Ma ricordiamoci bene che il lavoro forzato, accompagnato da torture orribili e da sevizie e angherie non rende per nulla liberi: nel migliore dei casi conduce all'apatia dell'anima e al deterioramento fisico.


CORTOMETRAGGIO SULLA SHOAH:

Sembra una cosa da ragazzini, ma io lo trovo carino e... un pochino toccante.
Si intitola "la matita di Rob".



PAUL CELAN, TODESFUGE:

Paul Celan era un poeta ebreo che aveva scritto delle poesie in lingua tedesca, ovvero, nell'idioma dei suoi oppressori. "Todesfuge" significa: "Fuga dalla morte".

Negro latte dell’alba noi lo beviamo la sera
noi lo beviamo al meriggio come al mattino lo beviamo la notte
noi beviamo e beviamo
noi scaviamo una tomba nell’aria chi vi giace non sta stretto
Nella casa vive un uomo che gioca colle serpi che scrive
che scrive in Germania quando abbuia i tuoi capelli d’oro Margarete
egli scrive egli s’erge sulla porta e le stelle lampeggiano
egli aduna i mastini con un fischio
con un fischio fa uscire i suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda e adesso suonate perché si deve ballare

Negro latte dell’alba noi ti beviamo la notte
noi ti beviamo al meriggio come al mattino ti beviamo la sera
noi beviamo e beviamo
Nella casa vive un uomo che gioca colle serpi che scrive
che scrive in Germania quando abbuia i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith 

noi scaviamo una tomba nell’aria chi vi giace non sta stretto
Egli grida puntate più fondo nel cuor della terra e voialtri cantate e suonate
egli estrae dalla cintola il ferro lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
voi puntate più fondo le zappe 

e voi ancora suonate perché si deve ballare
Negro latte dell’alba noi ti beviamo la notte
noi ti beviamo al meriggio come al mattino ti beviamo la sera
noi beviamo e beviamo
nella casa vive un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca colle serpi
 

Egli grida suonate più dolce la morte la morte è un Maestro di Germania
grida cavate ai violini suono più oscuro così andrete come fumo nell’aria
così avrete nelle nubi una tomba chi vi giace non sta stretto

Negro latte dell’alba noi ti beviamo la notte
noi ti beviamo al meriggio la morte è un Maestro di Germania
noi ti beviamo la sera come al mattino noi beviamo e beviamo
la morte è un Maestro di Germania il suo occhio è azzurro
egli ti coglie col piombo ti coglie con mira precisa
nella casa vive un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
egli aizza i mastini su di noi ci fa dono di una tomba nell’aria
egli gioca colle serpi e sogna la morte è un Mastro di Germania

i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith


 Chiarisco subito il significato dei due nomi propri femminili che trovate all'interno del testo: Margarete sarebbe l'emblema della cultura tedesca, in quanto protagonista del "Faust" di Goethe, mentre Sulamith è una principessa giudaica, che compare nel "Cantico dei Cantici".
Ho provato a interpretare alcune espressioni:

A) "Negro latte dell'alba": l'aggettivo "negro" sta per "umiliazioni subite sin dalle prime luci del giorno, ad ogni momento del giorno", mentre "latte" rimanda certamente al nutrimento materno, ma qui credo stia a designare anche una tristissima realtà di fatto: i soprusi sono il "latte quotidiano" degli internati, un qualcosa al quale purtroppo ci si è assuefatti e non si vedono vie d'uscita né speranze di miglioramenti. E' un'espressione suggestiva che indica "una morte nella vita".

B) "Beviamo": Si insiste moltissimo su questo verbo, che secondo il mio modesto parere da non ancora laureata, è un fattore che marca l'assuefazione alla violenza atroce, senza possibilità di difesa.

C) le stelle lampeggiano: Ma in che senso? Io la vedo come una personificazione. Lampeggiano quando l'uomo cattivo che gioca con le serpi, metafora del male, si affaccia sull'uscio di casa. Perché lampeggiano?? Sono indignate per ciò che sta accadendo al popolo ebraico oppure lampeggiano compiaciute per la violenza? Stanno dalla parte degli oppressi o degli aguzzini?
Chissà come vedeva gli elementi della natura Paul Celan.


 ADORNO E LA "DIALETTICA NEGATIVA":

Dopo Auschwitz, Hitler ci costringe ad impegnarci con tutte le nostre forze per fare in modo che ciò che è avvenuto non possa ripetersi. Questo è diventato l’“imperativo categorico” della nostra epoca. Auschwitz dimostra inconfutabilmente il fallimento della cultura e dell’interpretazione illuminista della storia. Ma la negazione della cultura non è una soluzione. Neppure il silenzio.
(...)
Auschwitz ha dimostrato inconfutabilmente il fallimento della cultura. Il fatto che potesse succedere in mezzo a tutta la tradizione della filosofia, dell’arte e delle scienze illuministiche, dice molto di più che essa, lo spirito, non sia riuscito a raggiungere e modificare gli uomini. In quelle regioni stesse con la loro pretesa enfatica di autarchia, sta di casa la non verità. Tutta la cultura dopo Auschwitz, compresa la critica urgente ad essa, è spazzatura. Poiché essa si è restaurata dopo quel che è successo nel suo paesaggio senza resistenza, è diventata completamente ideologia, quale potenzialmente era dopo che, in opposizione all’esistenza materiale, presunse di soffiarle la luce, offertale dalla divisione tra lavoro corporale e spirito. Chi parla per la conservazione della cultura radicalmente colpevole e miserevole diventa collaborazionista, mentre chi si nega alla cultura, favorisce immediatamente la barbarie, quale si è rivelata essere la cultura. Neppure il silenzio fa uscire dal circolo vizioso: esso razionalizza soltanto la propria incapacità soggettiva con lo stato di verità oggettiva e così la degrada ancora una volta a menzogna.


Condividete ciò che afferma??
Io, in quanto dotata di "qualità artistiche", non posso approvare queste frasi.
In questo scritto c'è molto dolore, molto pessimismo, molto sconforto. L'autore è profondamente sconvolto dagli avvenimenti accaduti durante il secondo conflitto mondiale; è così amareggiato e deluso dalla storia che non ripone più alcuna fiducia nelle risorse mentali umane. "Auschwitz" è dunque l'emblema assoluto della crudeltà umana, della crudeltà ben calcolata e finalizzata al completo annientamento dei propri simili.
Il problema però non sono i contenuti della cultura umanistica, almeno a mio avviso.
Il problema è casomai il modo in cui gli uomini li interpretano e li utilizzano nella loro vita.

Non è vero che dopo Auschwitz non potrà mai più esserci poesia né alcun' altra forma d'arte: pensate ai miei componimenti pluripremiati!
Dai, scherzo: pensate anche e soprattutto a grandi figure di poeti e di prosatori morti da relativamente poco tempo, come Mario Luzi e Italo Calvino!
Mario Luzi ricerca il trascendente ma dimostra anche grande stupore lirico nell'osservazione della natura in alcune poesie giovanili.
La pittura dei giorni nostri si sta focalizzando soprattutto su paesaggi suggestivi e su espressioni dei volti umani.
Per quel che riguarda la musica invece, sia in Italia che negli States ci sono numerosi testi significativi e melodie stupende, che si tratti di musica pop, rock, rap, country, echi di musica classica.
Vi riporto degli esempi qui sotto, tutte canzoni che "vanno di moda" in questi ultimi mesi:

-"Valore assoluto", Tiziano Ferro: "Se piovessero dal cielo tutti i cuori del mondo io raccoglierei il tuo soltanto".

- "Perfect", Ed Sheeran: "Baby I'm dancing in the dark with you between my arms, barefoot on the grass, listening to our favourite song, when you said you looked a mess, I whispered underneath my breath, but you heard me, darling, you look perfect tonight."

La barbarie non deriva dalle conoscenze culturali, deriva da ideologie piene d'odio che corrompono l'anima.
"Auschwitz" non la si può nemmeno definire un'isteria collettiva.
"Auschwitz" è il progetto diabolico di un dittatore sanguinario, uno dei primi personaggi storici ad aver pensato all'attuazione di uno sterminio di massa.


 PRIMO LEVI, "LA TREGUA":

Questo è l'inizio del secondo romanzo del chimico ebreo. Il racconto inizia con l'arrivo dei soldati sovietici alle porte del campo di Auschwitz.
Ricopio alcune parti in cui Levi descrive la fine del suo inferno terrestre.

"La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla: stavamo trasportando alla fossa comune il corpo di Somogyi, il primo dei morti tra i nostri compagni di camera. (...)
Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati ad uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, su noi pochi vivi. A noi parevano mirabilmente corporei e reali, sospesi (...) sui loro enormi cavalli, fra il grigio della neve e il grigio del cielo, immobili sotto le folate di vento umido minaccioso di disgelo. (...)
quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo. 
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. (...)
Nessuno mai ha potuto cogliere meglio di noi la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abbietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia."
 
I soldati dell'Armata Rossa vedono una tragedia che è al limite dell'umano. Forse, nei primi istanti, credono di trovarsi in un incubo. Sembrano titubanti, indecisi di fronte agli orrori dei campi di prigionia escogitati dai nazisti.
Quei soldati vengono a diretto contatto con gli effetti devastanti del male e dell'atrocità.
Ma per Levi e per i suoi compagni si vede nettamente la liberazione. Anche se nessuna giustizia e nessun tribunale potrà mai cancellare il loro infinito dolore.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Anni del secolo scorso da NON DIMENTICARE MAI:

1915: Genocidio degli Armeni da parte dei Turchi (un milione e mezzo di morti).

1941-1945: Sterminio Ebraico in tutta Europa, conosciuto anche come "Shoah". (sei milioni di morti).

1994: In Ruanda, gli Hutu massacrarono i Tutsi a colpi di machete
(ottocentomila morti).

luglio 1995: Genocidio dei bosniaci a Srebrenica da parte dei militari Serbi comandati da Mladic. (quasi novemila morti riesumati dalle fosse comuni).


"Ogni parola che spendiamo per diminuire la dimensione della tragedia è una pallottola che carichiamo nella pistola degli assassini."
 (M. Milli)


 La storia è piena di tragedie, il punto è che gli umani, una buona parte di loro almeno, non imparano un beato cavolo dal passato!

MA VI RENDETE CONTO CHE L'EUROPA DEL '95 ERA ANCORA L'EUROPA DEL NAZIONALISMO ESASPERATO E DEGLI STERMINI DI MASSA????!!
E DUE MESI DOPO LE VIOLENZE DI SREBRENICA SONO NATA IO!!

Nella "civile Europa" del '95 venivano arruolati i tredicenni nelle zone Balcaniche, lo sapevate??
Nella civile Europa del '95 si praticavano violenze e massacri ingiustificati nelle campagne serbo-bosniache a danno dei Bosniaci, con il pretesto del diverso credo religioso!

Mi domando: cosa è veramente cambiato nell'arco di cinquant'anni?? ('45-'95)


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.