Visualizzazioni totali

11 febbraio 2018

La penisola greca nei tempi antichi:


In questo post ci sono sia elementi storico-linguistici sia argomenti di archeologia greca, disciplina di cui ho dato un esame circa tre settimane fa.
Da non dimenticare assolutamente che la cultura greca antica predispone di una tradizione epica orale che risale al II° millennio a.C.
Mi sto naturalmente riferendo all'epica omerica.
L'archeologa ungherese Marjia Gimbutas colloca le prime penetrazioni nei Balcani degli indoeuropei provenienti dalle steppe della Russia Meridionale nel 4200 a.C. Alcuni di loro, secondo la sua ipotesi, si sarebbero diretti verso Sud, quindi verso le terre che si affacciavano sul Mar Egeo, intorno al III° millennio a.C.

I MINOICI:


Gli archeologi e gli storici dell'arte sono concordi nel collocare la civiltà minoica in un arco di tempo compreso tra il 3000 a.C. e il 1450 a.C.
D'altra parte, il nostro linguista spagnolo Villar (della cui brillantissima intelligenza io, come avrete ben potuto intuire in quest'ultimo mese, nutro una grande ammirazione nonostante alcuni limiti visibili e riscontrabili nelle sue teorie che lo rendono comunque un essere umano come tutti noi), scrive a questo proposito:
"La civiltà minoica (...) ha tutta l'aria di essere una sacca della Vecchia Europa Preindoeuropea. La sua cultura presenta dei caratteri che avvallano questa ipotesi. La figura centrale della religione era una divinità femminile, vestita con l'abito cretese, il cui culto era presieduto da una sacerdotessa. 
I centri abitati erano generalmente non fortificati e nella pittura predominano scene che non hanno relazione con la guerra."
Ricordate quando vi parlavo della Grande Madre, divinità principale dei popoli che abitavano la Vecchia Europa Preindoeuropea nel VI° millennio a.C.?

A mio avviso, si possono comprendere i minoici soprattutto studiando le loro forme artistiche.
In un periodo che va più o meno dal 3000 al 1800 a.C. i vasi minoici sono ancora di gusto neolitico, ovvero, vengono decorati in modo semplicissimo, con delle sottili incisioni e delle linee tra loro ravvicinate.
Di questo periodo sono tipiche anche le decorazioni delle anfore e dei boccali con delle chiazzature bianche a fiamme su sfondo nero.
I colori vivaci, come l'arancione e il giallo, vengono inseriti tra i motivi decorativi dello stile della ceramica verso il 2000 a.C:


Nel periodo del tardo minoico compaiono sulle superfici dei vasi i motivi marini, floreali e spiraliformi.
















Polipo con tentacoli e ventose rese in modo abbastanza realistico

I palazzi di epoca minoica non erano fortificati. D'altra parte, se erano stati ideati e costruiti da genti pacifiste che abitavano in un'isola a sud del mar Egeo piuttosto distante dal sub-continente greco, per quale motivo dovevano essere difesi?? Però anche la civiltà minoica era destinata a terminare.  Il loro sistema di scrittura era la lineare A, non ancora decifrata. Alcuni studiosi pensano addirittura che la lineare A non appartenga alla famiglia indoeuropea.
Lineare A

I MICENEI:


Mentre a Creta fioriva la civiltà minoica, nelle zone della penisola greca si erano insediate delle popolazioni indoeuropee provenienti dalla regione dell'Epiro. Fondendosi con i popoli locali, avevano creato una nuova lingua e una nuova civiltà, chiamata dagli studiosi "civiltà Micenea", dal momento che le forme d'arte di quel popolo sono state trovate soprattutto a Micene, città del Peloponneso.


I micenei erano molto abili nelle opere di oreficeria, al punto che avevano realizzato maschere d'oro, come questa (la maschera di Agamennone):



I palazzi micenei erano fortificati. E questo, rispetto ai minoici, fa una grande differenza. Micene era governata da un'aristocrazia guerriera che combatteva con i carri trainati da cavalli, che adorava Zeus e che seppelliva i morti con ricchi corredi funebri.
Già i Micenei tenevano molto a quei valori militari proposti nell'epica omerica, come l'audacia, il valore e la forza fisica. Micene era una potenza marittima che intratteneva relazioni commerciali con l'Egitto e con l'Asia Minore. I Micenei utilizzavano la Lineare B, decifrata nel 1954 da Michael Ventris, architetto, e John Chadwich, linguista.
La Lineare B era un sistema di scrittura sillabico, non alfabetico come quello greco e latino. Questo significa che ad ogni segno corrispondeva un'unità sillabica. Le iscrizioni in questo idioma si collocano tra il XVI° e il XIII° secolo a.C.
Eccovi alcuni esempi da me imparati a memoria:
(durante il corso di lingua greca ho fatto delle esercitazioni curricolari su queste cose, chiaro?! No, lo dico giusto per zittire quelli che pensano che Lettere sia la "facoltà delle banane", ovvero, una delle facoltà più facili e più inutili del mondo! Sono amareggiata e offesa! Sappiate che troverò lavoro abbastanza presto, tra l'altro, forse anche prima di terminare il biennio specialistico, perché gli insegnanti di italiano, greco e latino ultimamente sono richiestissimi.)


MICENEO GRECO ATTICO ITALIANO
wa-tu ἄστυ città
pa-te πατήρ padre
a-ko-ra
άγορά
piazza
pe-ma σπέρμα seme, liquido seminale
da-mo δέμos popolo

Segni grafici Lineare B
Verso il 1200 a.C, però, Micene era caduta in rovina. i motivi non potremmo mai saperli chiaramente. Forse a causa di incendi, forse a causa dell'invasione dorica.
Ad ogni modo, dal 1200 a.C. all'800 a.C. si apre un periodo oscuro, chiamato "Medioevo Ellenico".
Io non trovo giusta questa denominazione. Perché so che in Eubea, isola vicina all'Attica, i nobili di quel periodo storico venivano seppelliti con corredi funebri preziosissimi, che includevano anche argenteria. Probabilmente era un periodo in cui la ricchezza e il benessere non erano per tutti.
E comunque, un po' di cultura c'era comunque, e non solo artistica. Secondo Albio Cesare Cassio, questo è il periodo in cui le migrazioni interne al sub-continente greco stabiliscono l'assetto delle varietà dialettali greche del periodo classico (VIII°- III° secolo a.C.)

CERAMICA NEL MEDIOEVO ELLENICO:
Si diffondono i vasi di stile geometrico:

Tra questi vasi si possono trovare opere in cui, tra decorazioni geometriche rettilinee, compaiono anche figure umane altamente stilizzate, come quella dell'uomo a cavallo, tratta senz'altro dall'epica.

DIALETTI GRECI DELL'ANTICHITA' CLASSICA:

Sono essenzialmente sei, almeno i più importanti. Allora, io ve li elenco, però non vi spiegherò le differenze fonetiche tra queste varietà linguistiche, sarebbe una trattazione troppo tecnica! E probabilmente vi annoierei.
Arcado-cipriota: parlato nella regione dell'Arcadia, prevalentemente montuosa e a Cipro, isola meridionale.
Dorico: Parlato a Creta, a Rodi, a Sparta e nella regione del Peloponneso. I poeti Alcmane e Pindaro scrivono in dorico, in quanto probabilmente nativi di Sparta.
Attico: Parlato nella regione dell'Attica e quindi ad Atene. E' la lingua della filosofia, della medicina, della tragedia e della commedia greca. E' l'idioma dello storico Tucidide, instancabile ricercatore della verità dei fatti, delle loro "cause più vere". Al liceo classico la varietà attica la si studia per cinque anni.
Eolico: Parlato nelle coste settentrionali dell'Asia Minore, a Lesbo, a Lemno e in Tessaglia. E' la lingua soprattutto dei poeti Saffo, Alceo e Anacreonte.
Beotico: Varietà dell'eolico parlata in Beozia. Non è stata prodotta molta cultura in beotico, però nell'epoca ellenistica (II° secolo a.C.) era emersa la poetessa Corinna.
Ionico: Parlato in molte isole dell'Egeo (le Cicladi), in Eubea, nelle coste centrali dell'Asia Minore. Buona parte della lirica e dell'epica (che pure ha uno stile composito) sono state scritte in ionico. Anche Erodoto, storico, geografo ed etnografo vissuto nel V secolo a.C., aveva scritto in ionico.
Per quel che riguarda l'arte dell'età classica, notevoli sono le statue di Mirone (metà V° secolo a.C.), finalizzate a raffigurare atleti con corpi in torsione. Occhio però, questo non è l'originale.
L'originale era in bronzo, questa è una copia romana in marmo:
"Discobolo" di Mirone, copia romana.

Da non dimenticare anche Policleto, il quale aveva dedicato gran parte della sua esistenza allo studio della figura umana, fino a ricavare nella scultura delle proporzioni molto vicine a quelle rintracciabili in natura:
Doriforo di Policleto, copia romana in marmo

Per quel che concerne invece la pittura vascolare, vengono spesso rappresentati personaggi appartenenti alla tradizione epica:

 

Questi sono Achille e Aiace che giocano, con espressioni concentrate. I loro scudi sono posti ai lati della pittura. Notate il modo particolareggiato in cui sono rese le vesti dei due eroi.
I Greci vennero sottomessi dapprima a Filippo il Macedone, poi all'Impero Romano. Nel corso della tarda antichità la lingua si era modificata. Anzi, già con la conquista da parte dei Macedoni era nata una lingua comune presso i popoli greci, denominata ionico-attico.
Nel corso del Medioevo gli scritti degli autori greci erano rimasti ben nascosti nelle biblioteche, soprattutto in quelle dell'Impero Romano d'Oriente.
Poi, nel corso del Rinascimento, la cultura greca antica era stata riscoperta dagli umanisti italiani.
Mi sono resa conto di non aver messo nemmeno un'immagine sull'alfabeto greco.
Eccovela qui, a conclusione del post:

Anzi no, concludo il post con una canzone che nulla ha a che fare con i Greci, ma molto ha a che fare con la civiltà.
Per una volta i miei gusti musicali coincidono con quelli della maggior parte degli italiani!! Questa canzone mi ha mosso il cuore per quattro sere consecutive di trasmissione del Festival a Sanremo:


Niente odio!!! Stringiamo i denti e facciamoci forza, perché la vita acquisisce senso solo se si è capaci di amare. Nonostante la violenza e le morti ingiuste e dolorose... Dobbiamo diventare autentici amando.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.